GIANO E “L’ETERNO RITORNO”
Giano bifronte, un archetipo divino romano, il simbolo del eterno ritorno e del Collettivo Oxford…
Ianus Bifrons ( Giano bifronte), Ianus Cerus (Giano Creatore), Ianus Consivius (Giano Procreatore), Ianus Pater (Giano Padre), Pater mattutina ( Padre del mattino).
GIANO (latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica.
Solitamente è raffigurato con due volti, poiché il dio può guardare il futuro e il passato ma anche perché, essendo il dio della porta, può guardare sia all’interno sia all’esterno.
Nell’epoca più arcaica era la divinità, prettamente romana, legata ai cicli naturali, non è quindi, riconducibile né alla mitologia greca né tantomeno a quella etrusca, e nemmeno si è potuto trovarne riscontri nei culti dell’Italia pre-romana.
Una possibile attinenza, forse l’unica, per la figura del dio Giano, si riscontra in quella del dio Usmu, una divinità sumera a due facce, altrimenti chiamato Isimud che poi in età babilonese prende il nome di Kaka, nel particolare di un sigillo sumero è ben visibile a destra accanto al dio delle acque Enki. (qui sotto l’immagine)
Già gli antichi mettevano il nome del dio in relazione al movimento: Macrobio e Cicerone lo facevano derivare dal verbo ire “andare”, perché secondo Macrobio il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da se stesso a se stesso ritorna].
Gli studiosi moderni hanno confermato questa relazione stabilendo una derivazione dal termine ianua, “porta”.
Il suo culto è probabilmente antichissimo e risale ad un’epoca arcaica, in cui i culti dei popoli italici erano in gran parte ancora legati ai cicli naturali della raccolta e della semina. È stato sottolineato da più autori, fin dal secolo XIX (Vedi Il ramo d’oro), come Giano fosse probabilmente la divinità principale del pantheon romano in epoca arcaica ed anche Sant’Agostino nel suo De Civitate Dei (VII, 9) ricorda che “ad Ianum pertinent initia factorum” e come perciò al Dio competa “omnium initiorum potestatem”. In particolare rimarrebbe traccia di questo fatto nell’appellativo Ianus Pater che permase anche in epoca classica.
Tale dato è confermato dal fatto che per i romani Giano non era figlio di alcun’altra divinità (ad esempio Giove è figlio di Saturno), ma, proprio per la sua qualità di pater divorum, egli era sempre stato, immanente, fin dall’origine di ogni cosa. Così è che Giano, come lo stesso ci racconta per bocca di Ovidio ne i Fasti (I, 103 e s.s.), era presente allorché i quattro elementi si separarono tra di loro dando forma ad ogni cosa.
Varrone riporta nel carmen anche l’epiteto di Cerus cioè “creatore”, perché come iniziatore del mondo Giano è il creatore per eccellenza. Il console e augure Marco Valerio Messalla Rufo scrive nel libro sugli Auspici che Giano è colui che plasma e governa ogni cosa e unì, circondandole con il cielo, l’essenza dell’acqua e della terra, pesante e tendente a scendere in basso, e quella del fuoco e dell’aria, leggera e tendente a sfuggire verso l’alto, e che fu l’immane forza del cielo a tenere legate le due forze contrastanti. Settimio Sereno lo chiama “principio degli dèi e acuto seminatore di cose.
Una delle caratteristiche più singolari di Giano sta nella sua rappresentazione come di un dio bicefalo, da cui l’appellativo di Giano bifronte. Questa particolarità era connessa all’area di influenza divina che Giano assunse in maniera specifica in epoca classica, dopo l’ascesa degli dei romani “canonici”: Giano era preposto alle porte (ianuae), ai passaggi (iani) e ai ponti: ne custodiva l’entrata e l’uscita e portava in mano, come i portinai, gli ianitores, una chiave e un bastone, mentre le due facce vegliavano nelle due direzioni, a custodire entrata e uscita.
Per questo Giano lo abbiamo scelto come Simbolo del nostro Collettivo nella duplice veste Arcaica e Presente nel nostro “Itinerare Artistico”.
Mauro Silani
“L’Eterno Ritorno”
Opera dell’artista Giampaleotti
che fa parte del “Collettivo Oxford”.